Chiedere un aumento di stipendio? Ecco come
Una manager inglese specializzata nel coaching suggerisce quale approccio usare per chiedere un aumento di stipendio al proprio capo di lavoro.
Come chiedere un aumento di stipendio in tempi di crisi? Su che cosa puntare per fare breccia nel nel manager che dirige l’azienda o nel proprio diretto superiore gerarchico? I consigli non mancano, anche se alcuni di questi non tengono conto di alcuni aspetti fondamentali. Più concreti sono invece quelli di una esperta come Corinne Mills, la direttrice di una società con sede a Londra che si occupa proprio di insegnare come fare carriera e – di conseguenza – su che cosa puntare per farsi dare un aumento o una promozione sul lavoro.
“Prima di bussare alla porta del proprio capo, meglio studiarsi la lezione per capire su cosa far breccia, su che cosa puntare per farsi concedere l’aumento e per sapere come funziona il mercato” spiega la manager.
Già, il mercato: prima di chiedere più soldi è meglio informarsi su quanto guadagnano i dipendenti di altre aziende e della propria per la stessa mansione e per lo stesso livello di inquadramento. “Sicuramente è meglio evitare di far leva sul punto che si ha bisogno di più soldi, perché può essere controproducente”.
Un altro piccolo segreto dato da Corinne Mills riguarda il momento giusto per andare a parlare con il proprio responsabile: evitare i momenti in cui ha fretta, tipo quando sta per andare in riunione o quando c’è appena uscito o quando sta per partire per una trasferta di lavoro, evitare il venerdì sera alle 18 o il lunedì mattina alle 9. “Il momento ideale sarebbe dopo la pubblicazione dei dati di bilancio del trimestre o dell’anno, purché tali cifre siano positive. Un altro consiglio: evitare di parlarne in luoghi e modi troppo informali me scegliere un atteggiamento e professionale ma colloquiale allo stesso tempo”.
Importantissimo: come trovare le frasi giuste per iniziare a chiedere l’aumento. “Soprattutto le prime parole sono fondamentali” spiega la manager. Una frase tipo potrebbe essere “Vorrei parlarti di qualcosa che è veramente importante per me, è un buon momento?”. Così si raggiunge un duplice scopo: trasmettere la sensazione che si stia per parlare di un argomento serio e importante ma allo stesso tempo crare un’atmosfera basata sulla fiducia tra le parti.
Fase 3: convincere il proprio capo non tanto che si abbia diritto a un aumento ma che lo si sia meritato e che sia utile all’azienda. “Per questo motivo conviene parlare dei risultati ottenuti e di come si sia riusciti a portare direttamente o indirettamente del fatturato in più, di come si sia riusciti a far risparmiare delle risorse o di come il prodotto sia migliorato”. A questo punto occorre mettere sul tavolo i dati che si sono reperiti, paragonando il proprio stipendio con quello dei pari grado di aziende rivali (purché ovviamente questi ultimi siano superiori) ma sempre sottolineando che il lavoro nella propria azienda piace e che sarebbe bello rimanere anche in futuro. “E’ questo il momento di dire apertamente la cifra che si aveva in mente” spiega.
Bisogna naturalmente prepararsi anche alla fase 4, che sarebbe quella del rifiuto da parte del proprio capo, cosa plausibile vista la recessione in corso in Europa. La parola d’ordine è: tenere la porta aperta, chiedendo un consiglio al proprio responsabile su quando potrebbe essere il momento migliore per riprovarci. “Naturalmente bisogna ricordarsi di quello che risponde il boss e ritornare a bussare al suo ufficio quando i tempi o le condizioni da lui indicate si verificano”. Una carta importante da giocare è quella di chiedere altri benefit non monetari, come delle nuove mansioni, la partecipazione a un corso di formazione o di aggiornamento, per arricchire la propria posizione professionale.