La leadership in rosa ha qualità che non appartengono alla controparte maschile: ecco quali sono secondo una ricerca USA.
Una ricerca statunitense pubblicata sulla Harvard Business Review mette nero su bianco una teoria sostenuta da molti, ma anche confutata da quella che è la realtà dei fatti e dalle cifre relative alla disparità di genere ancora fortemente presente nei vertici delle aziende internazionali: le donne sono leader migliori, e così sono viste dai collaboratori e dagli stessi dipendenti.
La ricerca, condotta da una società di consulenza per lo sviluppo della leadership, la Zenger-Folkman, rivela che le donne prese in esame nell’ambito dell’indagine hanno totalizzato un punteggio più alto dei colleghi maschi sulla base delle “competenze” che definiscono la figura di un leader.
Nonostante questa teoria (che nasce da un sondaggio che ha coinvolto più di 7mila manager a livello internazionale), il 64% dei dirigenti è ancora di sesso maschile, come il 78% dei top manager: solo scendendo di livello nella scala dei ruoli aziendali, la percentuale di partecipazione femminile sale fino al 40%.
Quali sono le caratteristiche che rendono una donna un leader migliore? Il saper prendere l’iniziativa, ad esempio, le spiccate doti organizzative, il saper ispirare e motivare i collaboratori, il saper costruire relazioni solide e favorire il lavoro di squadra. A queste qualità si aggiunge anche la capacità di stabilire obiettivi a lungo raggio, il saper risolve i problemi e analizzarli, la voglia di innovare e il saper fungere da collegamento tra il suo team e il mondo esterno.
Cosa manca alle donne? Secondo Jack Zenger e Joseph Folkman, rispettivamente CEO e presidente della Zenger-Folkman, gli uomini sanno fare meglio solo per quanto riguarda l’attuazione di una prospettiva strategica basata anche sul rischio: una carenza nella leadership femminile che, secondo lo studio, si spiega semplicemente con il fatto che le donne non possono permettersi di sbagliare e, per questo, sono più avverse al rischio perché qualsiasi errore metterebbe fine a una carriera già difficile da far crescere.